In un paese dove se fai un incidente con qualcuno, a parità di torto o di ragione, quello è già un tuo nemico, “Qui e ora” racconta lo scontro tra due individui sopravvissuti a un incidente in scooter, alla periferia estrema di una grande città, nella sfiduciata attesa dei soccorsi, che infatti non arrivano – dice Mattia Torre.
E la pièce racconta infatti di un incidente appena avvenuto in una strada secondaria di un’isolata periferia romana, vicina al grande raccordo anulare, completamente deserta, senza passanti, né case, nei campi, nel nulla.
Due scooter di grossa cilindrata subito dopo l’impatto: il primo ribaltato, idealmente conficcato a terra, il secondo irriconoscibile, un disastro di lamiere ancora fumanti.
Un incidente importante, spettacolare.
A terra, a pochi metri l’uno dall’altro, due uomini sulla quarantina; il primo immobile, potrebbe essere morto, l’altro piano muove un piede, a fatica si alza.
E anche il primo apre gli occhi.
Avrebbero bisogno di aiuto, ma non lo avranno; avrebbero bisogno di cure, ma i soccorsi non arriveranno prima di un’ora e mezza.
Intorno a loro, per loro, niente e nessuno.
L’opera è stata commissionata dalla produzione cagliaritana BAM Teatro.
L’autore
Mattia Torre, sceneggiatore, autore teatrale e regista italiano, è co-sceneggiatore del film Piovono Mucche di Luca Vendruscolo. Nel 2003 il suo monologo In mezzo al mare con Valerio Aprea vince al Teatro Valle di Roma la rassegna “Attori in cerca d’autore”. Nel 2005 scrive e dirige il monologo teatrale Migliore, con Valerio Mastandrea. È autore del monologo breve Gola e dei corti teatrali Il figurante e Sopra di noi. È tra gli autori del programma Parla con me di Serena Dandini. Con Ciarrapico e Vendruscolo scrive la serie TV Buttafuori e, dal 2007, la prima, la seconda e la terza stagione di Boris, per Fox Italia. Con gli stessi autori, scrive e dirige Boris – il film. Nel 2011 scrive e mette in scena lo spettacolo teatrale 456 di cui realizza anche il sequel TV nel programma di Serena Dandini The Show must go off. Per Dalai editore ha pubblicato la raccolta di monologhi In mezzo al mare (2012) e il libro 456.
Note di regia
In un paese dove se fai un incidente con qualcuno, a parità di torto o di ragione, quello è già un tuo nemico, “Qui e ora” racconta lo scontro tra due individui sopravvissuti a un incidente in scooter, alla periferia estrema di una grande città, nella sfiduciata attesa dei soccorsi, che infatti non arrivano.
Nel loro scontro si esprime il cinismo e il senso di lotta dell’Italia di oggi, questo paese sempre idealmente a un passo dalla guerra civile, in cui la cattiva amministrazione finisce per generare sfiducia non solo dei cittadini verso le istituzioni, ma anche tra cittadini e cittadini, in un clima sempre più teso e violento, che trova il suo apice nella grande città.
Nell’ora e dieci di attesa dei soccorsi, che è il tempo teatrale della vicenda, “Qui e ora” racconta un ansiogeno e violento, comico duello metropolitano tra due uomini che hanno bisogno di cure e non le avranno, e che pur essendo entrambi vittime della ferocia dei nostri tempi, si riconoscono come nemici: il primo ha di sé l’immagine di un uomo straordinario, ma non lo è; l’altro saprebbe accontentarsi della propria ordinarietà, ma non lo farà.
Nell’attuale grande vuoto sociale, culturale e politico, tra le possibili derive c’è un senso di inadeguatezza che porta a perdersi (come per il protagonista di “In mezzo al mare” con Valerio Aprea) o il cinismo e la ferocia che portano al male (come per il protagonista di “Migliore” con Valerio Mastandrea). In questo spettacolo si può dire che pur con altri nomi e ruoli sociali, i personaggi dei due monologhi si incontrano, e il discorso si chiude.
Come nell’esperienza di “Boris”, e del più recente “456”, ancora una volta gran parte del merito della realizzazione del progetto va agli attori, qui non solo talentuosi interpreti di un atto unico molto performativo e senza paracadute, ma anche, in fondo, soci d‘impresa, perché Valerio e Valerio hanno condiviso e sostenuto un’idea di narrazione e di teatro mettendo a correre il loro talento, e oggi ne sono gli esecutori.
Alla ferocia della storia, si contrappone infatti la vitalità e l’energia del progetto teatrale (prodotto da Marcella Crivellenti per BAM teatro) che vuole dare il suo contributo a un teatro non elitario e non autocelebrativo, ma il più possibile onesto e sensato, aperto, invitante. Se non fosse pomposo si potrebbe dire: militante.
A dimostrazione che anche in un paese sospinto in una dimensione sempre più onirica (basti seguire la campagna elettorale) il teatro può e deve, militando, lanciare grida disperate, esorcizzare fatti terribili, e lanciare taciti giocosi inviti alla concordia.
Mattia Torre
I protagonisti
Dal suo esordio in teatro Valerio Mastandrea – nato a Roma, classe 1972 – è diventato in questi venti anni una icona indiscussa della scena italiana, portando al cinema come sul palcoscenico la sua intelligenza scanzonata. La notorietà comincia però quasi per caso dal salotto mediatico del “Maurizio Costanzo Show” e con le apparizioni a “Quelli che… il calcio” dove il suo talento istrionico e l’ironia caustica lo impongono subito tra i nuovi volti del cinema italiano. Sul grande schermo approda nel 1994 con “Ladri di cinema” di Piero Natoli e due anni dopo con “Tutti giù per terra” di Davide Ferrario conquista la Grolla d’Oro come miglior attore protagonista, e il Pardo d’oro al Festival di Locarno. Da allora non c’è quasi regista del cinema italiano più significativo che non lo abbia voluto nei suoi progetti: l’elenco va da Giovanni Veronesi (“Viola bacia tutti”,1998) a Daniele Vicari (“Velocità Massima”, 2002 che gli varrà il Premio Pasolini Pigneto, il Premio Pasinetti e quello dell’Annecy Cinema Italien), passando per Francesca Archibugi (“Domani” 2001), Guido Chiesa (“Lavorare con lentezza” 2004) e Alex Infascelli (“Il siero della vanità” 2004), Ettore Scola (“Gente di Roma”), i Manetti Bros (“Piano 17”), Paolo Virzì ( “N – Io e Napoleone”). Dopo l’amaro e “profetico” affresco del Belpaese de “Il Caimano” di Nanni Moretti, Mastandrea si cala nelle atmosfere blues di “Notturno Bus” di Davide Marengo e “Non pensarci” di Gianni Zanasi. Seguono “Un giorno perfetto” di Ozpetek, la commedia “Ex” di Fausto Brizzi, “Giulia non esce la sera” di Giuseppe Piccioni. All’inizio del 2010 è protagonista nel film di Virzì “La prima cosa bella”, che gli vale il David di Donatello come Miglior Attore. L’ultima stagione ha visto Mastandrea fra i protagonisti di “Ruggine” di Daniele Gaglianone, di “Romanzo di una strage” di Marco Tullio Giordana (in cui interpreta magistralmente il commissario Luigi Calabresi nei giorni cruciali dell’attentato di Piazza Fontana) fino ai più recenti “Gli equilibristi” di Ivano De Matteo e “Il comandante e la cicogna” di Silvio Soldini.
Sul piccolo schermo dà prova del suo talento comico accanto a Paola Cortellesi in “Nessun dorma”, interpreta “Gli insoliti ignoti” (2003) e “Ladri ma non troppo” (2004) di Antonello Grimaldi nonché la miniserie “Buttafuori”.
E’ stato anche regista del corto “Trevirgolaottantasette”, di cui cura pure la sceneggiatura insieme a Daniele Vicari e con cui vincerà la prima edizione dell’RDC Awards nel 2005 e il David di Donatello.
Fuori dalla scena, ha firmato sotto lo pseudonimo di Valerio Mastofranco e insieme allo scrittore sardo Francesco Abate, il romanzo “Chiedo Scusa”, pubblicato nel 2011 da Einaudi.
Dopo il successo di “Rugantino” che fra il 1998 e il 1999 lo ha visto nei panni che furono di Nino Manfredi ed Enrico Montesano, è tornato a teatro nel 2005 con “Migliore”, tragicomico monologo di Mattia Torre, che conquista pubblico e critica. La stessa accoppiata che oggi porta in scena “Qui e Ora”.
Valerio Aprea ha debuttato in teatro nel ’92, con Simone Carella, nella storica sala del Beat ’72 a Roma. E’ stato diretto, nel ‘99, da Gigi Proietti nel “Dramma della gelosia”, dall’omonimo film di Ettore Scola. Nel 2001, con Arnoldo Foà, ha recitato ne “Il Vantone” di Pasolini. Nel 2003 è interprete di “In mezzo al mare” il primo monologo di Mattia Torre, pubblicato nel 2012 da Dalai Editore. Dal 2004, alla Cometa Off di Roma, è tra i curatori della rassegna LET Liberi Esperimenti Teatrali, dove comincia la collaborazione con lo scrittore e sceneggiatore Francesco Piccolo che culminerà nella versione teatrale del successo letterario “Momenti di trascurabile felicità”. In televisione nel 2006 è nel cast di “Buttafuori”, miniserie per Rai3 scritta dallo stesso Torre, insieme
a Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo, mentre dal 2007 interpreta uno dei tre ‘sceneggiatori’ della serie culto ‘Boris’, scritta sempre dai tre autori, in onda prima su Fox, poi su rai3. Dello stesso anno la prima partecipazione alla trasmissione di Serena Dandini, ‘Parla con me’ su rai3, dove nel 2011 è protagonista della minifiction sugli ‘intercettatori’, insieme a Marco Giallini. Al cinema ha lavorato con Giacomo Ciarrapico (“Piccole anime”, “Eccomi qua”), Gianluca Tavarelli (“Non prendere impegni stasera”), Luis Prieto (“Ho voglia di te”) e Edoardo Leo (“18 anni dopo”). Nel 2011 è tra i protagonisti di “Boris. Il Film” di Torre-Ciarrapico-Vendruscolo e “Nessuno mi può giudicare” di Massimiliano Bruno, che lo dirige anche in “Viva l’Italia” nel 2012. Attualmente è nelle sale cinematografiche come protagonista del film ‘Smetto quando voglio’ di Sydney Sibilia.
TEATRO AMBRA JOVINELLI
Dal 20 febbraio al 2 marzo 2013
Piazza Guglielmo Pepe, 43 /47 Roma 00185
Info 06 83082620 – 83082884 www.ambrajovinelli.org
Spettacoli: dal martedì al sabato h. 21.00 – domenica h. 17.00
Botteghino: dal martedì al sabato ore 10.00 – 19.00; domenica ore 11.00 – 18.00
Biglietti (compresa prevendita): da € 31.00 a € 17.00