Dalle preghiere e invocazioni tratte dalle grandi opere liriche di Verdi, Wagner e Mascagni, agli inni di gloria di Haendel, Bach e Mozart, passando per l’ortodosso Bortniansky fino al contemporaneo Leonard Cohen.
Per la prima volta dal vivo, in un unico concerto, gli Alleluia dei più celebri autori di tutti i tempi.
Lodi dalla terra al cielo, un nuovo progetto ideato e definito da Giulia Pasquazi Berliri e patrocinato dall’Agenzia Nazionale per i Giovani, dal Pontificium Consilium De Cultura, dal Consiglio Regionale del Lazio e dalla Commissione delle Elette di Roma Capitale, è l’inedito appuntamento musicale in programma domenica 17 novembre, a partire dalle 19.00, nella prestigiosa cornice romana offerta dalla Basilica S. Pietro in Vincoli.
L’orchestra e il coro della Filarmonica Prenestina, per questa occasione appositamente composti da un organico di giovani “under 30” ed entrambi diretti dal ventunenne diplomando in direzione Giordano Ferranti, accompagneranno il pubblico in un inedito e inaspettato excursus tra alcuni dei più importanti Alleluia della storia della musica.
Un’affascinante antologia monotematica attraverso cinque secoli di storia musicale, alla scoperta dei brani di invocazione che sono un vero patrimonio della musica sacra, nati dall’esperienza umana dei più grandi compositori vissuti in contesti e realtà diverse e con sistemi di valori differenti, rappresentati da codici compositivi, stili e modulazioni spesso molto distanti tra loro, seppur con un unico comune riferimento: la vita dell’uomo e il suo rapporto con il mondo e l’Assoluto.
L’orchestra ed il coro della Filarmonica Prenestina, che il maestro Paolo Falconi ha istituito nel 2010 con lo scopo di diffondere la musica classica nelle periferie e nelle situazioni di maggior disagio sociale, si cimenterà alla presenza delle circa 2 mila persone che riempiranno la basilica, in un programma di circa due ore suddiviso in due parti. Nella prima i brani di invocazione e preghiera tratti dalle opere liriche di Verdi, Boito, Mascagni, Wagner e Rossini. La seconda, invece, sarà esclusivamente dedicata ad inneggiare e glorificare il Cielo, così come lo hanno voluto e saputo fare – attraverso le note – i più grandi maestri e che tutt’oggi rappresentano delle vere e proprie “pietre miliari” della musica sacra: Sebastian Bach, Mozart, Georg Friedrich Haendel, Vivaldi.
Nel finale ecco anche uno speciale spazio dedicato ai brani alleluiatici di altre culture e religioni, con le composizioni dell’ucraino ortodosso Dmytri Bortniansky e quelle del cantautore canadese di origine ebraica Leonard Cohen, autore della celebre Hallelujah, la canzone interpretata e pubblicata per la prima volta nel 1984 e ormai conosciuta nel mondo intero in tutte le sue versioni e riadattamenti. Cohen e Bortniansky testimoniano con il loro lirismo non solo le loro radici religiose, ma caratterizzano i loro brani ben al di là del loro valore immediato, fino a far loro assumere dimensioni ed imponenza davvero gigantesche.
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