Da sabato 15 febbraio Il Mondo dell’Arte presenta nella storica sede di Palazzo Margutta (Via Margutta, 55) la mostra dal titolo “Atmosfere contemporanee”, in programma fino al 22 febbraio prossimo (ingresso gratuito).
Esprimere sé stesso e il proprio talento, raccontare la propria visione del mondo e condividere con il pubblico le proprie emozioni attraverso l’utilizzo di tecniche e tematiche differenti, linguaggi unici e diversi tra loro ma capaci di riprodurre un’atmosfera che, agli occhi dello spettatore, assume comunque una valenza contemporanea. E’ questo il fil-rouge che anima il piacevole scambio artistico al quale prendono parte con i propri lavori sei artisti: Cristina Basso, Arianna Cox, Giancarlo de Gennaro, Angelo Fois, Laura Piccininni e Roberto Salvatori.
La mostra – che è uno degli appuntamenti più attesi nel calendario della nota galleria romana – punta, oltre che a sviluppare come sempre la capacità critica dello spettatore, indispensabile per consentirgli di riconoscere le peculiarità di ciascun artista e apprezzarne le differenze, anche ad azzerare qualsiasi “distanza” tra pubblico e i pittori in esposizione fino a creare un ponte tra questi due soggetti.
Una a fianco all’altra, differenti eppure perfettamente amalgamate tra di loro, trovano così spazio tele, dai colori molti intensi o decisamente più tenui ma sempre caratterizzate da un linguaggio forte e da una vitalità espressiva unica, che generano in chi le osserva emozioni uniche, talvolta a metà strada tra suggestioni oniriche e colorati tuffi nella memoria ma comunque capaci di dar vita a composizioni armoniche che evocano un vigore espressivo di grande suggestione e spingono lo spettatore in un interminabile viaggio all’interno dell’animo umano.
A selezionare i pittori e organizzare l’esposizione il Maestro Elvino Echeoni e Remo Panacchia, soci fondatori de “Il Mondo dell’Arte”, che, da anni, propone nella sede espositiva di Via Margutta Maestri che hanno portato l’arte italiana nel mondo.
“Assolutamente diversi i generi in mostra: dall’arte iperrealista e astratta a quella che ripropone un surrealismo fiabesco, in cui l’uso del colore, talvolta forte, riesce ad accendere l’immaginazione dell’osservatore, o ancora un mondo poetico nutrito di una magia sospesa in uno spazio quotidiano familiare e privato”, ha detto il Maestro Elvino Echeoni, direttore artistico de Il Mondo dell’Arte e Presidente dell’Associazione Margutta Arte.
“In quest’esposizione – ha poi precisato il gallerista Remo Panacchia – abbiamo cercato di mettere in evidenza le differenze stilistiche e tematiche di artisti, di provenienza, non soltanto formativa e culturale, assolutamente diversa. Così facendo siamo riusciti, a mio avviso, a presentare visioni differenti della realtà da cui prendono forma lavori che, seppur eterogenei, sono ugualmente coinvolgenti”.
L’allestimento della mostra è stata curata dal gallerista Adriano Chiusuri. L’appuntamento per il vernissage è fissato per sabato 15 febbraio 2014 dalle 18.30 alle 22.00.
Cristina Basso: nasce a Savona nel 1960. Appassionata di pittura e poesia fin da bambina, nel 1981 apre a Celle Ligure (Sv) un laboratorio di artigianato artistico, che si occupa della lavorazione della ceramica e del vetro a mosaico e fuso. Con il laboratorio prende parte a numerose mostre in località diverse tra cui Savona, Genova, Firenze, Milano e Lugano. Alcuni suoi pezzi sono presenti in collezioni in Italia, Francia, Svizzera, America e Africa. Da alcuni anni si dedica esclusivamente alla pittura, soprattutto a olio, e alla poesia. Attualmente vive a Roma.
Arianna Cox: nasce a Parma nel 1975. Studia disegno e pittura affiancata anche dallo zio materno, pittore professionista, il cui studio diventa per lei il più bel parco giochi che possa esistere. Questo vivere l’arte nel quotidiano fin dai primi anni di vita, la rende ricettiva e affascinata da ogni sua forma, a cominciare dalla scrittura, suo primo amore. La passione per la pittura arde sotto le braci di innumerevoli sperimentazioni. E’ proprio la morte dello zio a restituirle vivi i ricordi d’infanzia e a portarla a reinterpretare se stessa nella sola dimensione che meglio la rivela. Di sé dice: “L’Arte è una grande maestra di vita e io, come l’Apprendista Stregone, continuerò a sperimentare, sbagliare, capire”.
Giancarlo de Gennaro: atleta prima, tecnico e dirigente sportivo poi, ha scoperto, nel tempo libero, fra gli altri, anche il piacere della matita e della china. Di una buona manualità nell’uso della prima si era reso conto già ai tempi del liceo scientifico, mentre la passione per la seconda l’ha scoperta attraverso i lavori di Remo Sagnotti, conosciuto personalmente e frequentato nel retrobottega del negozio di cornici che gestiva con i figli. Proprio da lui ha appreso, ventenne, l’arte della china e di lui si sente, avendone carpito direttamente i segreti, il successore. Attratto dal gioco delle ombre e delle luci, oltre che dall’impatto di queste sulle superfici, è affascinato anche da ciò che la matita può realizzare senza l’ausilio del colore. I suoi lavori pur nella loro specificità possono essere inseriti nel filone dell’iperrealismo, un genere di pittura basato sulla riproduzione di un soggetto fotografico.
Angelo Fois: sardo, fin da bambino avverte la passione per l’arte e inizia a lavorare la creta e a tracciare i primi schizzi. A 16 anni si trasferisce a Roma, città che accresce ulteriormente la sua attività espressiva e la passione per i pennelli, che non abbandonerà neanche quando sarà chiamato ad assolvere agli obblighi militari legati alle vicende belliche in Spagna e Albania. Nel 1945 rispolvera la passione per la scultura e più tardi ricomincia a dipingere con costanza ed espone per la prima volta. Negli anni ’50 aderisce all’Associazione Artistica Internazionale. Frequenta poi l’Accademia di Belle Arti, perfeziona il suo sviluppo culturale in stretto contatto con gli artisti della “Scuola Romana” e ne coglie le peculiarità, in particolare il Tonalismo. Solidamente inserito nella cultura contemporanea, dai suoi dipinti emerge un personale mondo poetico nutrito di una magia sospesa in un’area quotidiana familiare e privata. Espone in diverse gallerie e sedi espositive non solo romane. Autore di talento, imposta la sua esistenza sulla costante ricerca della qualità e mai dal protagonismo o dal clamore del momento. Dagli anni ’60 in poi la pennellata di Fois si fa più vigorosa e tende a una sintesi plastica non estranea alla suggestione dell’informale. Riceve nel tempo diversi riconoscimenti ufficiali. Il suo nome è citato nei cataloghi generali di importanti collezioni pubbliche e private. Alcune sue opere sono custodite in spazi museali in Italia e all’estero.
Laura Piccininni: nata a Molfetta (BA) nel 1964, si diploma in Scenografia all‘Accademia delle Belle Arti di Bari. Inizia a esporre dal 2007 in personali e collettive (a Molfetta, Giovinazzo, Genzano di Roma, Nemi, Marino, Roma, Milano e in Brasile, a Olinda). Autonomamente porta avanti una personale ricerca artistico-pittorica, sperimentando diverse tecniche: dall’acrilico all’olio e al collage su vari substrati (tela o corteccia d’albero), realizzando attraverso l’uso del colore il contatto emotivo con la realtà. Attualmente vive a Genzano di Roma e insegna Arte e Immagine. E’ stata inserita nell’annuario artisti contemporanei Il punto Arte 2009-2010-2011, nel catalogo on-line dell’Enciclopedia d’Arte Italiana 2010-2011.
Roberto Salvatori: romano, classe 1962, vive e lavora nella capitale. Ha diverse passioni: dalla lettura allo sport, ma da sempre è affascinato dalla pittura, tanto che nel 2005 inizia la sua carriera da autodidatta. La necessità di esprimersi lo porta, attraverso un percorso in continua evoluzione, a seguire sia il filone della ritrattistica (con tecnica a olio), sia quello della paesaggistica (sempre con tecnica a olio) per finire con una più recente incursione nell’astrattismo per il quale utilizza colori acrilici con tecnica mista. Il suo carattere introspettivo gli fa prediligere volti offuscati dalla malinconia, dal ricordo, forse dal rimpianto. Ciò che più lo appassiona è il riuscire a catturare l’espressione di chi è intento a guardare qualcosa di impreciso, quel punto lontano che è poi, nella realtà